All’interno della classe di laurea in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali è certamente uno dei percorsi più scelti e apprezzati. Sono soprattutto gli insegnamenti, dal taglio spiccatamente internazionalista, a spingere molti a scegliere la laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali.
Si tratta di un percorso di studio fortemente variegato e stimolante. Gli insegnamenti spaziano dalla storia, all’economia, demografia, sociologia, statistica e geografia. Negli ultimi anni in particolare, molto in voga anche lo studio della geopolitica. L’emergere di una serie di tendenze internazionali, come il terrorismo, i flussi migratori, le rinnovate tensioni tra le potenze mondiali, ha infatti incrementato la curiosità nei confronti dello studio della geopolitica.
Questa mira ad analizzare gli eventi di politica internazionale, partendo da fattori di tipo geografico. Dunque la posizione di una nazione rispetto a zone strategiche, risorse naturali, faglie di tensione etnica o culturale.
Se da un lato però, le materie insegnate nei corsi di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali risultano essere particolarmente apprezzate; dall’altro, i dubbi maggiori che in molti hanno prima di iscriversi riguardano gli sbocchi professionali.
Il post lauream in Relazioni Internazionali
Secondo recenti ricerche, le tanto bistrattate lauree umanistiche sembrerebbero riuscire a ritagliarsi un proprio spazio nel mercato del lavoro. Tra queste vi rientrano certamente anche gli insegnamenti della classe di Scienze Politiche.
Ovviamente occorre fare una precisazione. Nell’odierno mondo 3.0, gli studi e le specializzazioni legate a materie scientifiche e tecnologiche danno un vantaggio competitivo certamente maggiore rispetto allo studio delle materie umanistiche.
Quindi se da un lato, si parte un po’ svantaggiati, dall’altro ciò non vuol dire che non si possa realizzare una carriera soddisfacente e appagante. Quella che occorre però aver chiaro è che ormai conseguire una laurea è solo il punto di partenza (non quello di arrivo come forse era qualche decennio fa). Inoltre è un imperativo riuscire a laurearsi senza andare fuori corso (e perdere anni preziosi).
In questo approccio rientra anche lo studio e la laurea in Relazioni Internazionali. Gli sbocchi professionali sono molti, ma occorre avere le idee chiare fin dall’inizio. Un altro vantaggio dello studio di materie umanistiche e sociologiche è lo spirito critico e le doti analitiche che infondono in chi vi si dedica.
Può sembrare un aspetto da poco in un mondo che vorrebbe tendere all’iper specialistico (senza riuscirci, tra le altre cose). In realtà, in molti vedono in chi padroneggia gli insegnamenti umanistici, quasi un ponte tra l’uomo e le macchine, quindi figure professionali in grado di fare da tramite verso il mondo tecnologico e scientifico.
Chiudendo questa parentesi filosofica e volendo tornare ad aspetti pratici. Nel post lauream in Relazioni Internazionali vi rientrano:
- Il proseguimento degli studi con un master o dottorato di ricerca (fortemente consigliato specializzare e approfondire quanto appreso in sede di laurea)
- Preparazione al concorso per la carriera diplomatica (davvero tosto, occorre studiare molto e avere una volontà ferrea)
- Il giornalismo politico o internazionalista
- L’accesso ad altri concorsi pubblici di varia natura e tipo (tra i quali, ad esempio quelli della Banca d’Italia)
- L’impiego in aziende, organizzazione internazionali o ONG, con mansioni legate alle scienze economiche, politiche, demografiche o alle risorse umane
Si consiglia infine di dedicare molto tempo a imparare in maniera fluente certamente l’inglese, ma almeno anche un’altra lingua (se esotica anche meglio).
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